Per Accenture la nuova tv passa dalla rete, è in mobilità e sui social network. E – sorpresa – l’utente è disposto a pagare.

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Ieri su Nòva24 in un mio pezzo ho cercato di tratteggiare gli aspetti di una tv che ormai è uscita dal piccolo schermo, decomponendosi e al tempo stesso amplificandosi: oggi la tv si miniaturizza sugli smartphone e si ingigantisce sulle connected tv, arrivando a scardinare palinsesti e filiere già alterate dal digitale. Si propongono nuove dinamiche commerciali che alternao di fatto processi produttivi e plasmano nuovi professionisti e soprattutto nuovi fruitori.

Accenture si è soffermata sul tema con una ricerca utile a delineare il nuovo consumo di tv. Questa recente indagine decreta ormai il passaggio obbligato della tv attraverso la rete. Lo studio – che ha coinvolto 7500 persone intervistate in otto diversi Paesi (Argentina, Brasile, Francia, Germania, Italia, Spagna, Inghilterra e Stati Uniti) – ha inquadrato abitudini e aspettative del consumatore moderno rispetto alla fruizione di contenuti video online. Per Accenture già oggi il 92% degli intervistati guarda abitualmente contenuti video attraverso la rete (in Italia si arriva addirittura al 93%), ma è soprattutto la logica multidevice a rivoluzionare lo scenario: il 36% usa connected tv, il 16% set-top box e il 5% accede attraverso gaming console. I tablet vengono utilizzati ogni giorno dal 18% dei consumatori.

“Il mondo televisivo stia vivendo un cambiamento epocale e si affermano esigenze di consumo video sempre più complesse: in mobilità, svincolate dal tempo, interattive, con connotazioni social, istanze che arrivano dai teenagers, ma anche dai 25-45enni che sempre più si mostrano early adopters delle ultimissime tecnologie”, precisa Francesco Venturini, Global Broadcasting Lead Accenture.

L'identikit del nuovo utente presenta inedite opportunità: il 69% degli intervistati è disposto a pagare per avere un buon servizio, addirittura il 49% tra 5 e 10 dollari al mese. Il mito del tutto gratis viene gradualmente sfatato a favore di una maggiore propensione all'acquisto.

@gpcolletti. L'immagine del post è tratta da Channelcity.it