Mani, testa, cuore, rete. Viaggio nelle imprese italiane col “G-Factor”

20190122_172905-min

Post autoreferenziale quello che segue. Ma solo parzialmente. Perché in realtà racconta la storia di migliaia di lavoratori artigiani, sviluppatori, creativi, youtuber. Aziende grandi o piccole che ripensano i loro spazi fisici e virtuali. Si tratta di realtà tecnologicamente avanzate come iGenius. O ancora di imprese con le radici ben piantate sul territorio e che oggi stanno scalando il mondo intero: è il caso di Clementoni.

Ecco, tutte queste imprese hanno un elemento in comune: raccontano un pezzo di economia dinamico costruito grazie al “G-Factor”. A vent’anni di distanza dalla nascita di Google insieme a Carlo Alberto Carnevale Maffè e a Diego Ciulli abbiamo raccontato in un libro edito da Egea quelli che hanno avuto successo lavorando con la tecnologia aperta. Si tratta di progetti imprenditoriali d’eccellenza del tessuto produttivo italiano: in questo modo internet e le piattaforme diventano la chiave per accedere a numerosi altri beni e servizi. Dalla necessità di comunicare con un gran numero di potenziali clienti alla possibilità di analizzare mercati esteri. “G Factor” è un viaggio in quel fattore differenziante legato all’economia digitale che permette di fare la differenza. Dati, trend economici e tecnologici, ma soprattutto storie raccontate dai pionieri della Google Economy italiana.

Tra le tante storie raccontate in “G-Factor”, i cui diritti d’autore saranno devoluti alla Fondazione Mondo Digitale, c’è Federico Vianello, artigiano ultrasessantenne, veneziano di nascita e fiorentino di adozione. La sua bottega di è di quattordici metri quadrati, con un’unica isola di legno fatta in casa più di quarant’anni fa. Uno spazio per il lavoro che sfocia in una vetrina che diventa grande quanto il mondo intero. Federico ha deciso di scommettere sugli utenti che fanno ricerche online per i loro acquisti, gli affari sono incrementati. E di molto. Lui si definisce follorafo e la sua microfficina nel cuore di Firenze è diventata anche una meta turistica. Invece ad Altare, duemila anime sulla costa ligure di Ponente, c’è Vanessa Cavallaro 47enne artigiana, savonese di nascita e considerata una delle migliori artiste nell’incisione del cristallo e del vetro. «Negli anni ‘80 i miei genitori hanno ripreso questa attività aprendo un laboratorio proprio ad Altare. Ma il lavoro tramandato è cambiato tantissimo nel tempo: in passato si operava conto terzi, per realtà italiane di produzione di rifiniture legate alla cristalleria e alla vetreria. Le cristallerie commerciali tuttavia non hanno più clienti italiani. Ecco allora la scelta fondamentale di approdare all’estero», racconta Vanessa. La nicchia e la raggiungibilità online come chiavi vincenti per un settore ristretto e specializzato.

Federico e Vanessa, due delle oltre cinquanta storie raccontate tra le tante legate al global microbrand. Un meraviglioso viaggio che ci porta in ogni angolo d’Italia. E in fondo ovunque nel mondo.