Netizen 2012 fotografa le web tv italiane. Siamo a quota 590 “antenne”. Meno amatorialità e più business.

Altratv.tv
Abbiamo appena pubblicato il nostro rapporto annuale Netizen 2012, dedicato agli "Internet Citizen", ovvero ai cittadini videomaker creatori di web tv italiane. Siamo giunti al settimo anno del rapporto ideato 
e promosso dal nostro osservatorio Altratv.tv, oggi vero e proprio network delle web tv italiane.

Il rapporto è scaricabile gratuitamente previa compilazione di un form online: entro poche ore dalla compilazione gli interessati riceveranno la ricerca direttamente nella posta elettronica. Con Netizen i ricercatori fotografano ogni anno la videopartecipazione "dal basso". E quest'anno emerge una rete italiana più matura, che ingrossa le sue fila raggiungendo quota 590 “antenne” distribuite in modo piuttosto omogeneo su tutto il territorio nazionale.

La mappa, che ho inserito in testa al post (i pallini blu si riferiscono alle 57 nuove web tv), vede una concentrazione maggiore nel Lazio (102), in Lombardia (85), in Puglia (63) e in Emilia-Romagna (53). Le micro web tv sono aumentate in maniera minore rispetto allo scorso anno, registrando una crescita del +11% (nello scorso Netizen 2011 se ne contavano 533 con un aumento del +52% sull'anno precedente), ma sono più strutturate e con obiettivi più chiari.

Le micro web tv italiane iniziano a fare sul serio, diventando vere e proprie start up. Dai dati emerge che questi canali svolgono sempre di più un ruolo di presidio territoriale, sostituendo o integrando in modo sinergico l'informazione locale fino a qualche tempo fa a stretto appannaggio delle tv locali: informano sulla cronaca e sugli eventi del territorio (33%), denunciano ciò che non va (15% si occupa di inchieste), creano un filodiretto tra cittadini e istituzioni (7% ha rubriche specifiche). E se i finanziamenti legati alla Pubblica Amministrazione diminuiscono attestandosi al 12%, migliorano i rapporti: per il 61% c'è 
riconoscenza e collaborazione tra web tv e PA (nello scorso anno il dato era fermo al 34%).

Si incrementano in modo considerevole i rapporti commerciali con le Piccole e Medie Imprese del territorio: l'80%  delle web tv intrattiene rapporti di business, realizzando video su commessa (24%) o producendo pubblicità con pre-roll o banner (32%). Diminuiscono le web tv che si basano su donazioni o su risorse degli ideatori (il dato aggregato registra il 56%, sceso di meno della metà rispetto all'ultimo monitoraggio). Più business, con squadre più numerose (il 19% ha una squadra composta da 6 a 10 collaboratori) mature (oltre la metà, il 53%, ha un'età compresa tra i 31 e i 40 anni, solo il 5% sono net-nativi). E una informazione che predilige il territorio comunicando ciò che accade (33%) e valorizzandolo (25%).

Piccole web tv crescono: così le antenne nate per caso o per passione si stanno trasformando in vere e proprie realtà imprenditoriali. Realtà sempre più strutturate con apparecchiature tecniche professionali (69%), portali aggiornati quotidianamente (53%, erano soltanto 39% nel 2010) e accessi in crescita, in un ecosistema sempre più digitale: aumentano le web tv con accessi in una forbice compresa tra i 7.000 e i 10.000 contatti unici mensili (30%, erano soltanto il 20% nell'anno precedente) e con oltre 10.000 (28%). E' la trasmissione in live streaming a rappresentare la novità del momento (19%), adottata dalla maggioranza dei canali per trasmettere eventi territoriali specifici (73%).

La programmazione è differente rispetto a quella della generalista di certa televisione locale: ci si occupa di cultura (57%), sport (36%), turismo (34%), politica (31%) e cronaca (26%). E c'è anche chi inizia timidamente anche a sperimentare una serialità grazie a web series (8%). Crescono, inoltre, i canali verticali (oltre un terzo, precisamente il 36%, nello scorso monitoraggio erano il 26%). 

Gli elementi di novità sostanziale sono rappresentati dall'adozione dei social network (per 8 canali su 10) e dalla integrazione con le piattaforme di videosharing: tra queste ultime eccelle YouTube, adottata come business partner per il 72% (nell'anno precedente era fermo al 60%). L'82% delle antenne è su Facebook (e il 70% di loro con una pagina che sfiora i 5.000  fan), il 46% su Twitter e il 37% ha attivato un account su Foursquare e lo utilizza per fare marketing territoriale (nello scorso monitoraggio il dato era fermo al timido 12%). Bassa però la misurazione dell'efficacia dei social network: solo il 16% adotta monitoraggi qualitativi della conversazione in Rete, mentre il 62% effettua valutazioni quantitative e il 22% non monitora numeri e qualità sui social network. 

Emerge la crescita esponenziale della distribuzione multipiattaforma, che oggi predilige i devices mobili: le applicazioni per smartphone e tablet sono  adottate dal 40% dei canali, mentre per il 56% verranno implementate nel prossimo futuro. 

  • Emanuele Franzoso |

    Complimenti per il lavoro certosino. C’è ancora molto da fare per fornire qualità e noi per primi ne siamo consapevoli.

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