''I cambiamenti recenti sono dovuti ad un riorientamento delle risorse, non ad un taglio dei costi''. Così si legge in una nota dell'ANSA battuta sotto Natale e passata quasi sotto silenzio.
I virgolettati sono della CNN, che così ha motivato il taglio di 50 giornalisti. La vicenda è fondamentale per comprendere cosa sta accadendo nel giornalismo tradizionale e nella sua ricoversione verso le nuove tecniche legate alla cultura digitale e all'allargamento dell'accesso alle fonti.
Il licenziamento di queste 50 risorse, tra cui diversi fotogiornalisti, è legato all'adozione sempre più massiccia di iReport, la piattaforma di "user generated content" che raccoglie i contributi degli utenti. Si legge nell'ANSA che "La decisione è il risultato di tre anni di analisi da parte della testata che deve aver monitorato la presenza crescente e "real time" degli utenti sui social network come Twitter e Flickr e la qualità sempre più elevata delle fotocamere e dei mezzi usati per documentare le notizie da parte dei cittadini". iReport è una piattaforma di citizen journalism nata nel 2006 e acquisita dalla Cnn nel 2008.
Ma è davvero salutare che il giornalismo tradizionale venga soppiantato – e con queste motivazioni – dalle espressioni di citizen journalism che attecchiscono in maniera sempre più marcata in ambiente digitale? Siamo proprio sicuri che la nuova frontiera del giornalismo cittadino riesca a fornire sempre accuratezza del racconto, credibilità dell'offerta, verifica minuziosa delle fonti? E, badate bene, lo dico da conoscitore ed estimatore della forza del giornalismo "dal basso". Il citizen journalism si sta professionalizzando, è vero, ma non sarebbe meglio che entrambe le modalità narrative procedessero in modo parallelo, supportandosi vicendevolmente e integrandosi nell'offerta informativa?
Tra qualche ora esce il nostro rapporto Netizen, dedicato agli "internet citizen". E vi assicuro che ci troverete parecchi dati interessanti.