Vivremo sempre più in una cultura del consumo che racconterà delle storie attraverso i prodotti che acquistiamo. E queste storie saranno declinate attraverso formati multimediali. Lo ha messo nero su bianco il futurologo danese Rolf Jensen, profetizzando il mondo connesso dal 2020 in poi. In realtà tutti gli indicatori ci dicono che già oggi è così. E trovano senso allora anche le parole del vice-presidente di Facebook in Europa Nicola Mendelsohn, che già due anni fa dichiarava a Fortune: “Il futuro di Facebook? Video, video, video”.
Questo racconto video-centrico oggi ha abbracciato l’altro social di casa Zuckerberg, quell’Instagram che cresce a tre cifre percentuali anche su un pubblico alto-spendente, ma che negli ultimi giorni è stato protagonista – forse per la prima volta in assoluto – di un fuoco incrociato, a causa del video di Dolce & Gabbana. Un video per il quale un’intera nazione si è sentita offesa e al quale sono seguite le scuse, sempre in video e ancora difficilmente interpretabili.
Il video dappertutto per davvero: per vendere prodotti (ricordate lo storico Will it Blend? tante volte citato?), per emozionare (e in qualche modo per posizionarsi e persino per vendere di più: è un classico di Natale il video di John Lewis), per posizionarsi su battaglie legate a diritti civili, ambiente, politica, arrivando a surfare nella contemporaneità (meraviglioso questo video di Kodak e quanto fa riflettere la video-denuncia di pochi giorni fa bloccata perché pubblicità politica, su Wired il caso e il video). Di tutti questi prodotti e di molti altri ne parleremo con Celia Guimaraes, giornalista di Rainews, proprio alla premiazione dei Teletopi 2018. E leggendo più avanti capirete dove e quando.
IL VIDEO-STORYTELLING MADE IN ITALY
E in Italia? Anche qui da noi si moltiplicano narrazioni declinate attraverso le leve del video, costruite in una logica snack più che long-version per essere fruite sui social e sulle piattaforme di videosharing, YouTube in testa. Video emozionali, ad alto impatto visivo, inseriti in progetti multipiattaforma. Video verticali, people-storytelling, sottotitolati (il New York Times ci ha detto che questa fruizione con la sottotitolazione sulle nostre bacheche rappresenta un ritorno al cinema muto).
Da undici anni ogni fine anno proviamo a fare un punto sui migliori progetti di video-storytelling con il premio Teletopi. E lo facciamo andando a premiare i migliori prodotti nelle categorie brand, sociale, community, editori. Un premio che in fondo è l’occasione per fare il punto sul mercato, sui linguaggi, sulle tendenze in atto. Un premio nato nella sua prima edizione all’Università Iulm di Milano, passato poi all’Università di Bologna e quest’anno per la prima volta in programma alla Casa del Cinema di Roma mercoledì 28 novembre alle ore 12.30 (qui il link per registrarsi), durante il Roma Web Fest, il festival internazionale delle web-serie (qui il website del festival).
Nella foto in alto la prima edizione, quella del 2007. Nella foto Carlo Freccero, primo presidente di giuria, mentre premia Piero Da Saronno. Erano gli anni nei quali i Telegatti di generalista memoria chiudevano i battenti. E i nostri Teletopi testimoniavano l’avanzata di un altro modo di fruire i video online. In mobilità, con smartphone e tablet, sulle bacheche dei social, perfino immergendosi completamente attraverso i visori per la realtà aumentata e virtuale. D’altronde il futuro della nostra esperienza è incentrata sul video. E sono i contenuti multimediali – non solo video, ma anche immagini animate, infografiche, infodata – a dominare già il presente.
EDIZIONE 2018. GIURIA E FINALISTI
Per tanti anni con i Teletopi abbiamo avuto una grandiosa giuria di giornalisti e critici televisivi che ci ha guidato nella scelta delle cinquine finaliste e infine del progetto vincente. Quest’anno abbiamo provato a virare su esperti, accademici, tecnici, creativi. Figure chiave dell’ecosistema dei linguaggi della rete e del video. Hanno preso parte alla giuria: Cinzia Bancone (TV Talk – Rai3), Andrea Fontana (docente di corporate storytelling all’Università di Pavia), Lella Mazzoli (direttrice dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino), Paolo Iabichino @Iabicus (esperto di linguaggi della pubblicità e della rete), Francesco Amato (sceneggiatore e regista), Janet De Nardis (fondatrice e direttrice artistica del Roma Web Fest) e Carmen Lasorella (presidente di giuria). Qui sotto trovate gli speaker delle cinquine finaliste nelle varie categorie, navigabili sul sito dei Teletopi. Mercoledì 28 novembre assegneremo anche tre menzioni speciali. Vi aspettiamo.
SEGMENTO FINALISTA CATEGORIA BRAND
Marcello Ascani – Buddybank – Unicredit
Thelma Cesarano – Caffè in corto con i Minimad – Caffè Santos
Marco Manzone – Aristoncomfortchallenge.com – Ariston
Chiara Latella – The Legend of Red Hand – Campari
Andrea Guanci – MSC – Immersive Tour – MSC
SEGMENTO FINALISTA CATEGORIA COMMUNITY
Angelo Bonerba – Nugo Magazine – Ferrovie dello Stato
Federica Franzolini – #BallaConTim – TIM
Andrea Oddone – Brumotti per l’Italia – FAI
Olivia Monteforte – 360° Storytelling – Regione Marche
Giulio Pompei – Do you speak science?
SEGMENTO FINALISTA CATEGORIA SOCIALE
Chiara Bannella – Cari Vecchi Soldi – Banca Etica
Laura Cardillo – Involontario – Fondazione Cariplo
Pietro Protasi – La vita spesso ti sorprende – Emergency
Diversity Wins – Think Cattleya
Maria Silvia Fiengo – Piccolo Uovo – Famiglie Arcobaleno
SEGMENTO FINALISTA CATEGORIA EDITORI
Daniele Moretti – Un mare da salvare, lo stato dell’artico – SkyTg24
Simona Carmino – Passaggi – Internazionale
Woman crush on – Freeda
Valeria Teodonio – Veleno – Repubblica
Oltre le pagine – Feltrinelli