C'è un filo rosso che unisce le esperienze di comunicazione dal basso che si sono sviluppate negli ultimi trent'anni? Dalle radio libere alle micro web tv di ultima generazione passando per le telestreet, cosa è cambiato? Credo siano tutti esperimenti diversi ma geneticamente legati ad un'idea di cittadinanza attiva. Anche quando il digitale era lontano dall'imporsi, c'era in nuce una cultura digitale che – gia' nel suo modo di esprimersi – pervadeva quei laboratori di sperimentazione maturati alla fine degli anni '70 e '80.
Ma c'è di più. Credo si possano cogliere alcuni punti di convergenza con quel passato: la partecipazione legata a comunità molto specifiche e soprattutto geolocalizzate, anche per via del segnale di trasmissione, come testimoniato dalle radio libere. Un'amatorialità che diventa il tratto distintivo e che quando fa sistema trova molti proseliti e si impone, come dimostra il circuito delle telestreet a cavallo tra 2001 e 2002. E un impegno politico, che oggi forse forse vira verso una cittadinanza attiva digitale. E così che mi spiego l'esplosione oggi di realtà come Valigiablu.it, la piattaforma di raccolta firme elettroniche nata a seguito di una forte protesta – non solo politica – per un servizio del TG1 sul caso Mills. In questo Bologna ha una storia molto particolare, di protagonismo attivo. Ne parliamo insieme giovedì 20 maggio proprio a Bologna in libreria Coop Ambasciatori di via Orefici 19 alle ore 18 per la presentazione del mio libro "TV fai-da-web". Perchè per comprendere cosa accadrà nell'immediato futuro prossimo è bene interrogarsi su ciò che è stato un passato tanto lontano e in fondo tanto vicino a noi.