La nuova tv passerà necessariamente per smartphone e tablet e rimbalzerà in rete, sui social network e su community molto verticali ad alto valore potenziale. C'è chi profetizza – e credo in modo assennato – che la televisione come l'abbiamo conosciuta noi non verrà neppure sfiorata da questa rivoluzione, e sarà destinata a restare nel tempo un elettrodomestico per un utilizzo molto limitato e per fasce di pubblico mature. Già di fatto è così: i giovanissmi scelgono un proprio percorso di navigazione in rete, una personale dieta mediatica fruendo la tv in modo molto – e sempre di più – liminare.
E' in questo scenario che si inserisce l'iniziativa Rai di pensare e produrre la prima app con contenuti originali. Il prodotto è di RaiNet e si chiama BIGnomi, un'idea di Giovanni Benincasa e che vede la partecipazione di volti noti anche del piccolo schermo, molto vicini ad un pubblico giovane. BigNomi è un app – disponibile su store Android e Apple – attraverso la quale è possible ripassare contenuti scolastici. L'idea riprende il noto "bignami", e viene declinata attraverso i linguaggi della rete e del mobile, più che della tv. Perchè è questo il punto: non è più televisione ma qualcos'altro.
Con BIGnomi salgono in cattedra professori sui generis come Paola Cortellesi, Fiorello, Lillo e Greg, Alessandro Siani, Max Pezzali. Sono loro a raccontare un personaggio o un particolare periodo storico. ll prodotto è pensato per i ragazzi dalla prima media all'ultimo anno di liceo, è fresco e immediato, senza troppi fronzoli, cento secondi al massimo per ogni pillola formativa. E' il trionfo di quella nuova tv che gli americani definiscono "snack-programm" che passa per i devices mobili, senza chiedere necessariamente udienza alla tv, che resta lì "a proporre grandi eventi o una serialità marcata", come ha affermato lo stesso Benincasa in un'intervsta rilasciata su Repubblica a Ernesto Assante.