La ricerca di modelli di business sostenibili, la stesura di un codice di autoregolamentazione inteso come una carta dei diritti e dei doveri dei canali, la creazione di una piattaforma internazionale multilingua per monitorare il mercato delle web tv nel bacino del Mediterraneo e nell'Europa continentale, la creazione di una piattaforma per dare forza ai canali mantenendo le singole specificiità.
E poi – su tutto – il monitoraggio del fenomeno e il presidio sugli aspetti legali, con l'attenzione verso quel Decreto Romani che potrebbe costare la vita a tanti micro-canali.
Sono questi i punti salienti affrontati durante il comitato direttivo della Federazione delle micro web tv Femi, incontro a porte chiuse tenutosi a Bologna e ripreso dalla stampa cartacea e in rete. E, su tutto, la richiesta di confronto: verso la Pubblica Amministrazione, le piccole e medie imprese e il panorama dei media. C'è un polo informativo che dalla rete sta bussando alle porte dell'opinione pubblica e di diversi altri stakeholder. Per mostrare un'altra Italia cresciuta all'ombra del web 2.0.