Da qualche anno curo una rubrica nelle ultime pagine del mensile di management L’Impresa del Gruppo24Ore. È uno spazio a cui tengo perché mi costringe ogni mese a sintetizzare tre fatti che a mio avviso sono stati rilevanti sui social e in rete, associati a chi questo mondo digitale lo abita tutti i giorni, dai cittadini consumatori alle aziende grandi e piccole, dalle ONG e Terzo Settore alla Pubblica Amministrazione.
Agli inizi Maria Cristina Origlia, giornalista del Sole e coordinatrice editoriale del mensile, scelse il titolo Mondoweb. E a me piacque subito molto. Ora in questo fine 2017 ho pensato di riproporvi le notizie dei dodici mesi appena vissuti in rete. Una bussola personale su come sta evolvendo quella sfera virtuale che ormai influenza anche quella reale nelle nostre esistenze. Buon viaggio temporale e auguri per un felice 2018!
GENNAIO 2017
IL BOOM DELLA SHARING ECONOMY. Casa, trasporti, turismo, welfare, finanza, mobilità, lavoro: la sharing economy si impone in ogni settore. Nel 2016 le piattaforme italiane – comprese quelle internazionali con sede in Italia – sono arrivate a 138. E sono ben 68 quelle di crowdfunding, per un totale di 206 con un +10% sul 2015. Crescono soprattutto i trasporti, che rappresentano il 18% delle piattaforme analizzate. I numeri sono stati presentati durante l’evento Sharitaly.
L’ANNO DELLA “REALTÀ MIXATA”. Dal suolo di Marte ricostruito nei laboratori della Nasa al corso universitario di anatomia in 3D: il futuro dello storytellig è nella “Mixed Reality”, ovvero l’integrazione tra elementi reali e virtuali opportunamente miscelati. Lo ha raccontato Carrine Fisher di Microsoft su Quartz.
LA LEADERSHIP DIGITALE DEL CEO. Competenze digitali cercansi: a richiederle sono gli amministratori delegati. Lo rivela una fotografia scattata dal MIT insieme a Deloitte: una ricerca ha interpellato oltre 1.000 amministratori delegati provenienti da 131 Paesi e in rappresentanza di 27 settori differenti. Il 90% ritiene che nel futuro occorrerà reinventarsi con modelli di business digitali, mentre il 70% pensa di non avere ancora competenze digitali. La ricerca ha identificato 23 nuove pratiche di gestione legate al digitale: tra queste si distinguono empowerment, sperimentazione, collaborazione.
FEBBRAIO 2017
TUTTI PAZZI PER LO SMARTPHONE. Febbraio è tempo di numeri per il mondo digital. Partiamo dal mobile: più del 60% del tempo speso dagli utenti online è sullo smartphone. E sono oltre 25 milioni gli italiani che navigano mensilmente dai propri dispositivi mobili. I numeri sono dell’osservatorio Mobile Strategy del Politecnico di Milano. Così il 17% della spesa in e-commerce proviene da smartphone. Anche se i brand sono timidi negli investimenti: solo il 30% va al mobile.
ITALIANI SOCIAL-DIPENDENTI. Navigazioni sempre più social-centriche: sono 31 milioni gli italiani attivi sui social media, il 52% del totale. A scattare la fotografia è l’agenzia We Are Social, con il rapporto annuale sullo stato della rete in Italia e nel mondo. Da noi Facebook e YouTube dominano la scena e Instagram cresce intercettando il 28% dell’utenza.
IL TEMPO DELLE STORIE. Si moltiplicano le esperienze immersive di realtà virtuale. Ma all’effetto sorpresa si aggiunge qualcos’altro: non più soltanto approccio ludico, ma racconto emozionale e coinvolgimento. A scriverlo è l’Economist: col 2017 si passerà dal gaming allo storytelling nella virtual reality, così ha scritto in un pezzo titolato “Story Time”.
MARZO 2017
CHE STORIE QUESTI SOCIAL. Siamo circondati da un mondo fatto di storie. Oggi anche i grandi player dell’hi-tech lo hanno capito. Tra questi l’ossessione per le storie ha abbracciato per primo Facebook: il social network di Menlo Park è già a quota quattro tra i prodotti basati sulle “Stories”. Dopo Instagram, Messenger e lo stesso Facebook ora anche WhatsApp clona il modello di Snapchat. Le “Stories” di WhatsApp verranno utilizzate per sostituire i vecchi messaggi di stato basati sul solo testo.
PAESE CHE VAI, SOCIAL CHE TROVI. Facebook domina in tre quarti del mondo connesso sui social, ma in alcune aree la frammentazione aumenta. Con l’inizio del 2017 è stata pubblicata la nuova mappa dei social media nel mondo. La fotografia aggiornata è stata scattata da Vincenzo Cosenza dell’agenzia di social media intelligence BlogMeter. Facebook è preferito in 119 dei 149 Paesi analizzati, ma si registra l’avanzata di Instagram e LinkedIn. E in Russia e Cina si naviga ancora lontano da casa Zuckerberg.
L’AZIENDA SI RACCONTA IN VIDEO. L’esplosione del fenomeno web-journalism, partito timidamente dalla rete e rafforzato dai social media, ora fa capolino anche sul piccolo schermo. Eni ha iniziato a raccontare le proprie attività energetiche con tre documentari su Discovery Italia. “Energia, il futuro della vita”: questo il titolo del format, che prevede anche un approfondimento sulla piattaforma Eniday.com.
APRILE 2017
L’ITALIA NEL MONDO CON UN CLIC. L’e-commerce italiano nel mondo come pratica d’acquisto consolidata. I numeri del 2016 segnalano una crescita a due cifre percentuali: 7,5 miliardi di euro di valore con un +24% rispetto all’anno prima. Anche se questi dati rappresentano solo il 6% delle esportazioni totali. Lo rivela l’ultimo Osservatorio Export del Politecnico di Milano, che ha analizzato 100 aziende in diversi settori consumer.
IMPRESE DECLINATE AL FEMMINILE. Che la rete rappresenti un approdo per le navigatrici si sa da tempo: social, community e piattaforme sono affollate di un’utenza femminile che si confronta, si informa, fa acquisti. Però ciò che emerge dalla fotografia scattata da Ipsos per eBay è che c’è pure una generazione di imprenditrici che lavora o vorrebbe lavorare online: 6 milioni le donne potenziali imprenditrici in rete, nel 40% abitano nel sud-Italia, over 36 anni per il 42% dei casi.
ONOREVOLI WWWORKERS. I lavoratori della rete della job-community wwworkers tornano nuovamente a Montecitorio per l’annuale incontro con la classe politica “Wwworkers Camp”: l’appuntamento è per giovedì 8 giugno. Focus sui worktrends, ovvero sulle tendenze del mondo del lavoro. Industria 4.0, Social-commerce, Internet of Things e molto altro ancora: come cambia il lavoro in questi anni liquidi.
MAGGIO 2017
OGGETTI CONNESSI E CITTÀ SMART. Si scrive IoT, si legge futuro. Almeno così la pensano 3 aziende su 4. Il restante 25% non sa neppure cosa sia l’Internet of Things. Ad affermarlo è l’Osservatorio del Politecnico di Milano. In Italia il mercato ha raggiunto addirittura i 2,8 miliardi di euro nel 2016, +40% sull’anno precedente, spinto soprattutto dalle applicazioni che sfruttano la connettività cellulare. Crescono anche gli oggetti smart: in Italia sono già 14,1 milioni quelli connessi tramite cellulare (+37%), ai quali si sommano i contatori elettrici, quelli del gas e i lampioni per l’illuminazione intelligente.
A CIASCUNO IL SUO (SOCIAL). Social di cittadinanza e social funzionali. Perché le nostre navigazioni in rete non sono tutte uguali. La società italiana di social media intelligence BlogMeter ha condotto una ricerca intervistando 1500 utenti residenti in Italia. E ha individuato questi due gruppi di social che compongono la nostra dieta mediatica. I primi li adottiamo tutto il giorno e definiscono il nostro agire digitale. Tra questi svetta Facebook, seguito da YouTube, Instagram, WhatsApp. I secondi soddisfano un bisogno specifico ma sporadico: tra questi si distinguono Google Plus, Twitter, LinkedIn.
IL GUARDIAN SCOPRE L’ARTIGIANATO. La riscoperta delle competenze artigianali contribuisce al rilancio dell’economia italiana: il titolo del Guardian del 1° aprile racconta di un made in Italy che viene scoperto e apprezzato. “Le nuove tecnologie e il sostegno di governi regionali e locali per facilitare la crescita di startup, in modo particolare a Milano, contribuiscono a questo rilancio”, scrive la testata anglosassone, intervistando Stefano Micelli, docente all’Università Cà Foscari di Venezia e autore di “Futuro Artigiano”.
GIUGNO 2017
RISORSE UMANE E UMANOIDI. Altro che generazione perduta a causa dell’automazione e dell’avvento dei robot. Per le direzioni risorse umane italiane la digitalizzazione sta generando una primavera di opportunità professionali: ad affermarlo è l’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano. Il 47% degli intervistati prevede nuove assunzioni entro due anni, il 91% sta attuando iniziative di digital transformation. Già oggi i social professionali sono sfruttati dall’87% delle direzioni HR.
L’ERA DELLA “DATA ECONOMY”. Il petrolio del nuovo millennio sono i dati. Ed ecco allora che le nuove piattaforme petrolifere sono i colossi dell’hi-tech. Con una efficace copertina a maggio l’Economist ha raccontato la “data economy”. Il settimanale anglosassone ha analizzato il ruolo strategico dei dati a disposizione dei big player digitali e la necessità di ripensare norme contemporanee di antitrust. Perché per costruire il futuro occorre avere lenti nuove, non bastano le chiavi interpretative del passato.
ARRIVA L’ECOMMERCE GLOCAL. Evviva il made in Italy, anche online. Si moltiplicano le esperienze di acquisto in rete di prodotti artigianali. Così anche i grandi marketplace mondiali scommettono sulle firme territoriali. Da alcune settimane con Amazon l’eccellenza manifatturiera del Piemonte è disponibile per i clienti in Inghilterra, Francia, Germania. Accessori moda e di design, creazioni artistiche e prodotti enogastronomici: l’offerta comprende 3.700 articoli tipici ed è stata sviluppata grazie al supporto della Regione Piemonte.
LUGLIO E AGOSTO 2017
POLLICE SU PER L’INDUSTRIA 4.0. Cresce a doppia cifra il mercato dell’Industria 4.0 in Italia: oggi vale 1,7 miliardi e il +25% sull’anno precedente. Di fatto aumenta anche la conoscenza: solo l’8% delle imprese non sa cosa sia. Intanto il 26% dichiara che investirà oltre un milione di euro nello scorso anno sono state censite 245 startup nell’Industria 4.0 che hanno raccolto finanziamenti per 2 miliardi di dollari: è quanto emerge dalla fotografia dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano.
ARRIVA L’INTERACTIVE STORYTELLING. Si parte dalle giovanissime generazioni e poi chissà. La rivoluzione dell’interactive storytelling arriva con Netflix: il colosso americano di distribuzione di film ha deciso di sperimentare i cartoni animati con finali multipli, dando la possibilità ai bambini di scegliere la conclusione che preferiscono. Così chi guarda può controllare la trama e modificarla. Si parte con “Il gatto con gli stivali”. A raccontarlo è la testata americana Forbes. Proprio quest’anno Netflix compie vent’anni. Ad oggi registra 93,8 milioni di abbonati e oltre 8 miliardi di ricavi.
BOOM PER LE STORIES. Scontro sui social nel nome della condivisione. La sfida si combatte tra il social media fotografico di casa Zuckerberg Instagram e la camera company di Evan Spiegel Snapchat. E nell’agone digitale l’oggetto del contendere si chiama “stories”, la funzione che consente agli utenti di condividere video e post che scompaiono dopo 24 ore. Pochi giorni fa Instagram ha annunciato che la funzione è stata adottata da 250 milioni di persone al giorno, ovvero 50 milioni di nuovi utenti negli ultimi due mesi.
SETTEMBRE 2017
CORPORATE BLOG CHE PASSIONE. Altro che estinti. I blog stanno vivendo una nuova primavera e il primo terreno fertile dove stanno attecchendo è quello aziendale, come riporta la ricerca State of Blogging 2017: il 36% delle aziende Fortune 500 ha un corporate blog, l’89% delle aziende ritiene che saranno importanti nei prossimi 5 anni e addirittura il 60% lo considera vantaggioso per il proprio business. Complice la necessità di una narrazione sempre più multimediale e che corre oggi sui social network, gli ultimi mesi hanno segnato la nascita in Italia di vari corporate blog: Adecco con Morning Future, Red Bull con New Heroes, Banca IFIS con Mondo Leasing.
IL BOOM DELLA SOCIAL TV. Lo smartphone è il nuovo telecomando. E questo costringe brand, produttori e network a ripensare anche l’intrattenimento pubblicitario. Una ricerca italiana fotografa quanto gli utenti siano sempre di più armati di dispositivi mobili di secondo schermo nel partecipare la televisione. Secondo Nielsen sono 5,4 milioni gli italiani che seguono programmi tv interagendo sui social network, prevalentemente su Twitter e Facebook. E c’è di più. La fruizione sincrona, ovvero immediata durante il live, lascia il posto ad una partecipazione in differita: il 41% partecipa nel post-live.
CONVERSAZIONI ISTANTANEE. Pervasive, immediate, trasversali come utilizzo in tutte le fasce anagrafiche: anche in Italia si impongono le piattaforme di Instant Messagging. Portando utenti e brand a rivedere relazioni e processi di acquisto. Oggi 22 milioni dialogano su WhatsApp con una media di 11 ore e 30 minuti per ogni utente ogni mese. A seguire Facebook Messenger, adottato da 15 milioni di italiani al mese. Al terzo posto Skype con 8 milioni di utenti, in calo del 16%. Così ha dichiarato Vincenzo Cosenza.
OTTOBRE 2017
HASHTAG SOLIDARIETÀ. Il volontariato si racconta anche sui social media. Almeno con gli enti più grandi. Lo studio promosso da Search On Media Group ha preso in considerazione i primi 500 enti beneficiari del 5×1000 e il loro rapporto con il mondo social. Facebook risulta il social più usato in assoluto dalle non profit (74,8%), seguito da Twitter (56,4%), Instagram (21.8%), Google+ (18,2%). La ricerca è stata presentata nella prima edizione di D4NP – Digital For Non Profit, l’evento italiano sullo stato digitale del non profit svoltosi a metà settembre a San Patrignano.
AI QUESTA CONOSCIUTA. Se ne scrive e parla tanto, ma è ancora poco nota. Soprattutto in azienda. È il caso dell’intelligenza artificiale, nota con l’acronimo AI. Lo rivela un recente report di The Boston Consulting Group e MIT Sloan Management Review, realizzato attraverso interviste a 3mila manager in 112 Paesi. Per l’85% degli intervistati permetterà alle aziende di guadagnare e mantenere un vantaggio competitivo, ma 1 organizzazione su 20 la sta sfruttando realmente.
BUON COMPLEANNO .IT. L’anagrafe dei nomi a dominio .it Registro, con i suoi 3 milioni tra imprese e persone fisiche iscritte, festeggia i trent’anni di vita. Nel dicembre 1987 IANA delegava il CNR di Pisa a gestire il Registro. E oggi sono oltre tre milioni i nomi italiani assegnati a persone fisiche e imprese: si va dai grandi brand pionieri come Enel, Ferrari, La Rinascente, Buffetti, Acqua di Parma all’Abbigliamento LU.DI.CA., in provincia di Salerno, tremilionesimo nome registrato nel dicembre 2016.
NOVEMBRE 2017
HASHTAG QUATTRO RUOTE. L’italianità del settore automobilistico corre anche sui social media. A fotografare le performance dei brand ci ha pensato l’osservatorio di Blogmeter. Su Facebook Audi risulta la più coinvolgente. Seguono Peugeot, BMW e Alfa Romeo. Bene anche Mercedes-Benz e Volkswagen. Intanto Audi spicca su Instagram, al secondo posto Mercedes-Benz, seguito da BMW e Maserati. Proprio la casa modenese ha stretto collaborazioni con diversi social influencer.
BRAND STORIES SU FACEBOOK. Facebook scommette sulle Storie nelle fanpage e quindi apre all’attività social di brand, aziende, organizzazioni. Per spiegare la novità è intervenuta su Mashable Amy Sun, responsabile di prodotto della piattaforma di Menlo Park. Così il social network da oltre due miliardi di utenti punta ad aumentare il coinvolgimento con una funzione ripresa da Snapchat e finora decollata solo su Instagram, dove ogni giorno vengono create oltre 250 milioni di utenti di Storie.
CITTÀ A SUON DI POST E TWEET. Sono tendenzialmente più nel nord-Italia, ma non necessariamente nelle grandi realtà metropolitane. Torino, Bologna e Ferrara risultano tra le città più social d’Italia, Roma e Milano quelle con più follower. E poi Venezia, Rimini e Firenze hanno i maggiori utenti in relazione alla popolazione. La fotografia è scattata dal nuovo Rapporto ICity Rate 2017, il rating delle smart city italiane condotto da Fpa.
DICEMBRE 2017
LA VIA ITALIANA A INTERNET. Sempre più connesse e consapevoli, anche se lontane dalle buone pratiche dei Paesi del nord-Europa. Le Pmi e imprese artigiane scoprono il digitale. Quelle in possesso di un proprio sito Internet sono passate dal 62,2% del 2012 al 69,5% del 2016. Lo ha rivelato pochi giorni fa Future of Business, ricerca promossa da Facebook, Censis, OCSE e Banca Mondiale. L’indagine ha coinvolto più di 280mila imprese in 42 Paesi (in Italia hanno già partecipato più di 11mila piccole e medie imprese).
I GRANDI SCOPRONO IL CROWDFUNDING. Un tempo era a stretto appannaggio di idee sperimentali, startup pioneristiche, designer e makers protesi a ottenere attenzione e liquidità per progetti embrionali. Oggi la “colletta online” nota come crowdfunding è stata sdoganata anche dalle multinazionali e dal Terzo Settore. Ad affermarlo i numeri presentati a Sharitaly. Dialogano in rete per campagne di crowdfunding Fastweb o Telecom. E poi c’è il non profit che fa capolino. Telethon ha sperimentato per la prima volta il crowdfunding raccogliendo 50mila euro.
STORYTELLING… IN CAMPO. Un grande club calcistico ha deciso di scendere in campo per fare rete. Così l’Inter festeggerà i centodieci anni dalla sua fondazione con centodieci storie, una al giorno fino al 9 marzo. È l’iniziativa del club nerazzurro che ha iniziato il social-racconto con un tweet: in pochi caratteri e hashtag la storia del campione Benito Lorenzi che in maglia nerazzurra ha vinto due scudetti e segnato ben 142 gol.
L’immagine in alto al post è tratta dall’Economist e dal pezzo di inizio 2017 dedicato allo Story Time (qui la fonte)