Oggi nel mondo si è celebrata la Giornata Mondiale Contro L’Omofobia. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto sul tema, come ha documentato il Sole. E poi c’è stato l’abbraccio della rete alla comunità LGBT, con una vera e propria invasione di messaggi arcobaleno: per tutta la giornata i social media sono stati inondati di tweet e post schierati contro l’omofobia e per la cultura della diversità.
Da tempo siamo abituati a tessere in rete queste narrazioni positive, schierandoci in occasioni aggregative come queste: oggi per esempio l’hashtag #LoveIsLove ha scandito tutti gli stream, restando ai primi posti tra le tendenze mondiali.
C’è da dire che se i Netizen, ovvero i nostri cittadini digitalizzati, sono abituati da tempo ad adottare la rete e i media sociali per queste mobilitazioni, sono più recenti le esplicitazioni di brand, aziende e multinazionali. Ma la tendenza ormai anche per il mondo dell’impresa è quella di “surfare” in queste narrazioni, esprimere il punto di vista, lasciare un segno nel dibattito contemporaneo. E in questo senso le mobilitazioni a favore dei diritti civili sono state apripista.
Pochi mesi fa Kodak ha realizzato un corto di tre minuti caricato su YouTube: un prodotto emozionale, che ruota sì attorno al business in modo indiretto, ma che declina i valori di accettazione, confronto, dialogo in famiglia. Un video che racconta una famiglia americana – e quanto è americana questa famiglia nel video, dal set scelto allo sport adottato nell’apertura – e il rapporto controverso e speciale tra padre e figlio. Un rapporto che volge verso l’autenticità, nel momento in cui il padre scoprendo l’omosessualità del figlio decide di sostenerlo.
Un video che strizza quindi l’occhio ad un certo utente consumatore digitalizzato, lanciando un messaggio attuale e profondo. In questi anni liquidi le aziende d’eccellenza dialogano con la propria community scendendo nell’agone digitale, mettendosi in discussione, partecipando in tempo reale alla vita delle persone.