Lo “stop at the top” dell’ IJF e una comunità che non può farne a meno


INTERNATIONAL-JOURNALISM-FESTIVAL

L'altra settimana a cena a Torino con Anna Masera e Vincenzo Cosenza si assaporavano già le giornate perugine di aprile con l'International Journalism Festival, e si dicevano varie altre cose: appuntamento irrinunciabile, momento di riflessione oltre le vetrine e le veline, stimolatore di contenuti e di progettualità.

Ieri poi la doccia fredda e la notizia della sospensione, motivata da Arianna Ciccone, amica e organizzatrice con Chris Potter, con cristallina chiarezza. Delle tante cose lette e sentite, mi ha colpito una in particolare, un tweet di risposta della stessa Arianna: "Bisogna crescere e se non ci sono le condizioni bisogna fermarsi". Un'altra dimostrazione di attenzione alla comunità che si è creata attorno al Festival. 

Io da parte mia, pur condividendo la posizione di Arianna e Chris, mi unisco a tutte le altre voci di incoraggiamento. Il festival è un luogo di scambio, di riflessione, di crescita, di confronto per un ecosistema che sta cambiando pelle (a fatica) e che deve ragionare su nuovi scenari e paradigmi, pur preservando deontologia professionale e qualità del servizio. Tra tanti eventi fuffaroli, lo stop at the top del Festival proprio non ci voleva, ma una comunità è in attesa di buone nuove. L'immagine in alto al post è tratta da Laquilablog.it