L’Emilia che “tiene botta” e riparte dai container di Cavezzo 5.9 e dalla rete


Cavezzo

Ho conosciuto pochi gorni fa alcuni dei protagonisti di una splendida storia "made in Emilia", in quella terra colpita dal terremoto dello scorso maggio. La storia è quella del progetto Cavezzo 5.9, che ha coinvolto decine di piccoli commercianti che si sono consorziati e hanno costruito (letteralmente costruito, partendo da zero e sporcandosi le mani giorno e notte) un nuovo polo commerciale nel cuore di Cavezzo. Hanno inserito i negozi in container, restando nel cuore del paese. C'è di più. Hanno deciso di fare squadra tra loro e di fare rete con tanti clienti raggiungibili oggi anche grazie a Internet. Ecco allora che online è possibile visionare i loro profil professionali, e seguire il progetto.

Così si legge nel sito: "I protagonisti di questa avventura hanno perso il loro negozio, la loro attività commerciale in un centro, Cavezzo, che di commercio ha sempre vissuto, anche grazie alle migliaia di visitatori che ogni domenica dalla fine del Settecento raggiungono il paese per il mercato e l'apertura domenicale dei negozi"

Questa storia l'abbiamo raccontata nella community dei lavoratori della rete wwworkers.it intervistando Emanuela Zavatti, una delle commercianti consorziate in Cavezzo 5.9. Ha detto Emanuela: "Non permetto neanche ad un terremoto di mettermi in ginocchio. Questa per noi è bellissima avventura collettiva, un punto dove ripartire. Si tratta di lavorare in container riciclati e adibiti ad attività commerciali. Siamo dodici attività unite in consorzio". I container sono a norma e quindi possono ospitare caffetterie o gelaterie. E poi il container è una struttura meno precaria, e quindi il cliente non è spaventato. L'idea è stata mutuata dal Box Park di Londra, ed è stata personalizzata. La creatività e l'intraprendenza emiliana hanno fatto il resto. 

La foto in alto al post è tratta dal blog Contachme