Sempre più numerose e consapevoli del ruolo, in un ecosistema digitale che le vede protagoniste. Concluso il meeting nazionale delle micro web tv italiane. Assegnati i Teletopi 2010, ma a vincere quest’anno è stata tutta la rete libera e plurale.

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Ragazzi, che soddisfazione. Siamo sempre più numerosi. E sempre più protagonisti di una rivoluzione culturale che fa rima con digitale. Protesi tra la narrazione di ciò che accade sottocasa e l'ambizione di fare il grande salto. Alla ricerca di modelli di business sostenibili verso un eldorado che ancora non c'è, ma che – ne sono fermamente convinto – sarà presto individuato e si presenterà in svariate soluzioni.

La fotografia delle micro web tv italiane è sempre più nitida. L'abbiamo scattata anche quest'anno con il meeting nazionale "Paese che vai" giunto al quarto anno. E si capisce subito che di strada ne abbiamo fatta tanta. Ad oggi si contano 436 micro web tv, nel 2009 ne erano 286. E si moltiplicano in forme ibride, come le web radio con tv integrata.
La due-giorni milanese – promossa da Altratv.tv e FEMI e col supporto di Nòva24, Eutelsat, Ipazia Preveggenza Tecnologica, Vodafone, Movi&Co e The Blog TV -  ha decretato anche i vincitori dei Teletopi 2010 per mano del presidente di giuria Carmen Lasorella (nella foto, la premiazione di Varese news come miglior micro web tv di promozione territoriale, altri 10 canali sono stati poi premiati). In sala 180 cittadini videomaker. Così le micro web tv si sono ritrovate, contate, confrontate. Al centro del dibattito i temi regolamentatori e i modelli di business, ma anche gli aspetti tecnologici e i piani editoriali del micro-citizen journalism. Centrale però la strategia delineata, che passa attraverso il consorzio, quella federazione delle micro web tv FEMI nata soltanto un anno fa con la presenza di Carlo Freccero ed oggi sempre più rafforzata. Per raggiungere traguardi ambiziosi è fondamentale fare rete, oltre che essere soltanto in rete.

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